Con l’avvento del virus tutti noi abbiamo subito un vero e proprio trauma che via via ha assunto dimensioni collettive. Un evento inatteso, dunque, e quindi non pensabile che ha scompaginato il nostro modo di vivere, probabilmente per sempre.
Gli effetti psicologici della pandemia
Generalmente in situazioni di stress come questa, il cervello si attiva e fornisce delle risposte: la prima di queste è la “guerra”, intesa come reazione difensiva. In una guerra però, il nemico lo possiamo identificare, mentre nel virus ciò non è possibile. Io stesso posso esserne portatore e questo può essere fonte di colpa e angoscia. Quando parliamo di affrontare il lockdown dobbiamo necessariamente tenere a mente tutte le emozioni (positive e negative) che abbiamo provato. Nella stessa gamma di sentimenti posso aver sentito, in modo intermittente, diverse emozioni: la paura, ad ondate, tutte le volte in cui ho guardato un tg, oppure ho appreso una notizia; la rabbia, per esempio riferita a tutte le persone che non hanno rispettato le regole danneggiandoci. Sentimenti di perdita di certezze, di vuoto fino all’angoscia di morte. Sensazioni di sentirsi in balìa degli eventi, senza sicurezze. Infine la tristezza per non aver visto i propri cari.
Un capitolo a parte meritano invece i lutti, sia quelli diretti, che hanno colpito i nostri familiari, sia quelli indiretti, di cui cioè sono stato spettatore attraverso le notizie. Le perdite in questo particolare periodo storico possono aver riattivato in noi, con un effetto elastico, sentimenti legati a malattie e lutti successi nella nostra vita, forse non ancora elaborati. A ben guardare, il tema del lutto potrebbe avere come oggetto il mondo stesso assumendo le sembianze, anche qui, di lutto collettivo: non sappiamo se il mondo tornerà come prima.
Come affrontare la pandemia?
La prima cosa da sapere è che le emozioni che stiamo provando, anche quelle apparentemente ingestibili, ci aiutano a capire cosa accade quando si attivano parti del cervello sotto stress. Metteremo così in atto comportamenti più adattivi e stimoleremo buone azioni. Ancorarci a ciò che è certo è una delle maniere per attivare quella parte del nostro cervello che contiene il sistema cooperativo che ci aiuta a trovare soluzioni. Il “fare”, dunque, diventa un ottimo antidoto per contenere l’angoscia. Impariamo così a diventare parte attiva nella sconfitta del virus. Noi tutti siamo in possesso di una cassetta degli attrezzi a cui attingere per rendere le cose migliori: le nostre risorse.
Forse ciò che non sai è che avere emozioni positive rafforza il tuo sistema immunitario!
Utili insegnamenti
Per chi ha speso tanta vita a controllare invano la realtà, affrontare il lockdown costituisce un’ottima occasione per comprendere come non sia possibile controllare l’esterno, ma come si possa, invece, controllare le proprie reazioni. Per tutti coloro che non accettano di essere vulnerabili, ora può essere possibile pensare a sé stessi come fragili, ma in grado di proteggersi.
I genitori di bambini piccoli sono chiamati nell’aiuto dei propri figli nel riconoscimento di alcune emozioni finora mai provate e nella possibilità di poterle esprimere tutti insieme. Ricordiamo che a bimbi piccoli corrispondono grandi emozioni e non il contrario. Con figli adolescenti possiamo imparare ad offrire vicinanza, ma solo dopo aver capito entro quale distanza possiamo essere, favorendo via via maggiore autonomia. Per le coppie e le famiglie un momento difficile può rappresentare un’opportunità nuova per condividere emozioni comuni.